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SOUNDCHECK: UNO, DUE, PROVA!

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I musicisti prima dei concerti fanno un sound check per accordare gli strumenti, provare i volumi dei microfoni, mettere a punto gli ultimi dettagli prima di presentarsi al pubblico. A che serve? Ad assicurarsi che gli strumenti siano accordati, che i volumi siano giusti, che il concerto sia una festa e un successo per tutti. Ma noi, facciamo mai un sound check?

Nel nostro mondo tendiamo a buttarci, senza paracadute, convinti che il solo fatto di avere in mano qualcosa di buono (una laurea brillante, un’idea rivoluzionaria, una soluzione innovativa, una bella canzone) possa bastare. Ma poi non è così. Possibile che piccoli dettagli mandino all’aria grandi piani? E se è così, quante volte ci è capitato e non ce ne siamo nemmeno accorti?

Forse una buona abitudine sarebbe quella di fare anche noi un sound check prima di andare in scena. Quando stendiamo un piano, è meglio fare delle prove di “fattibilità” prima di lanciarsi nel vuoto, chiedere feedback a chi ne sa di più (forse amici e parenti sono i meno adatti, meglio professionisti più grandi di noi), e poi fare dei check del progetto dopo 1, 2, 3, 6, 12 mesi.

Un’idea vincente è fatta davvero di sola sostanza o la forma è ormai definitivamente più importante della sostanza? Sicuramente la forma arriva prima della sostanza.


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